Ogni Pillo(w)la ha la sua “copertina”
Il tema della Pillo(w)la è la Lego Organization, un modello per ripensare alla riorganizzazione del mondo del lavoro, tenendo conto delle sfide e dei cambiamenti apportati dalla rivoluzione tecnologica. Secondo tale approccio, le persone con il loro bagaglio di competenze, proprio come i mattoncini lego, compongono l’intera organizzazione; gli spazi del lavoro vengono ridefiniti e la tecnologia presidiata affinché il suo supporto aumenti la produttività. Abbiamo, quindi, diviso la scena in due parti. Per mostrare la visione umanocentrica, a sinistra abbiamo rappresentato un’azienda all’interno della quale ogni dipendente con le proprie skills – qui raffigurate con un mattoncino lego – contribuisce alla creazione di valore – simboleggiato dalle costruzioni lego – all’interno dell’azienda. A destra la scena è analoga, ma a cambiare è l’ambiente: la dipendente è in smart working, a casa. A collegare le due scene, per dimostrare che il luogo del lavoro non deve intendersi esclusivamente all’interno dell’ufficio, abbiamo inserito uno “Stargate” che collega in modo continuo i due ambienti e il lavoro di ciascun dipendente. La tecnologia, infine, è rappresentata da DataMan e GeneraDiva che forniscono supporto alle persone nello svolgimento dei loro compiti.
Come verrà rivoluzionato il mondo del lavoro? Come saranno gestiti gli spazi? Quale sarà il ruolo delle persone? E della tecnologia?
Con questa Pillo(w)la, inaugureremo un nuovo ciclo attraverso il quale approfondiremo la riforma del mondo del lavoro, a seguito della rivoluzione tecnologica. Ci domanderemo quale ruolo avranno le persone, come vanno ripensati i nuovi spazi, che impatti avrà la tecnologia e come quest’ultima può essere utilizzata nel mondo lavorativo. Abbiamo già spiegato più volte che l’innovazione ha cambiato ogni ambito della nostra vita, ora vedremo come le organizzazioni dovranno rispondere a tale cambiamento.
La particolarità della rivoluzione tecnologica in atto, a differenza delle altre, sta nella rapidità con cui avviene il cambiamento; per tale motivo, alle organizzazioni vengono richieste maggiori capacità di adattamento, di reattività e di previsione. Le aziende devono, quindi, essere resilienti e antifragili per rimanere al passo con l’innovazione. A questo proposito, è necessario che esse siano in grado di assorbire l’energia del mutamento in modo da evolvere in maniera proattiva. Significa, quindi, da un lato essere capaci di resistere, assorbire e adattarsi a un cambiamento inatteso e reale, dall’altro evolvere “nutrendosi” dell’incertezza. In poche parole, devono cambiare senza perdere la propria identità.
Per creare un’organizzazione antifragile bisogna acquisire una filosofia agile; definire un quadro culturale e valoriale innovativo; saper leggere in anticipo il mondo mentre cambia. Le nuove organizzazioni dovranno, pertanto, basarsi sulla flessibilità, la creatività e l’innovazione. Inoltre, sarà necessario rivedere il concetto di pianificazione: se il mondo è in continuo cambiamento non sarà più possibile legarsi a pianificazioni triennali o a lungo termine.
Uno dei modelli più interessanti per sviluppare la resilienza e l’antifragilità all’interno delle organizzazioni è, senza dubbio, la “lego organization”: ogni persona, come i mattoncini lego dotati di caratteristiche proprie, è in grado, con il suo bagaglio di capacità e competenze, di riconfigurare da sola le connessioni. In questo modo, infatti, la struttura può reagire e rimodellarsi, creando nuovi collegamenti e facendo leva sulle competenze di ogni individuo: l’organizzazione diventa, così, flessibile. All’interno di questo sistema, è fondamentale che le persone siano proattive e in grado di apprendere velocemente; ma, allo stesso tempo, per far sì che questo accada, bisogna creare loro un ambiente in cui, come abbiamo già approfondito nella Pillo(w)la precedente, gli individui si sentano motivati intrinsecamente.
Non è sufficiente, però, far leva solo sulle persone: bisogna, infatti, rivedere alcuni pilastri all’interno delle organizzazioni. Ad esempio, il primo passo potrebbe essere ripensare al tipo di leadership che, all’interno della lego organization, non può più essere di tipo verticale: i dirigenti, infatti, devono assumere il ruolo di facilitatori dello sviluppo, saper promuovere il cambiamento, motivare e ispirare le persone. Il manager della nuova organizzazione è, dunque, in grado di combinare le competenze legate al management con una leadership che sappia aggiungere cultura, valore e motivazione.
Inoltre, nella nuova organizzazione, un ruolo fondamentale sarà giocato dalla tecnologia: gli strumenti, di fatto, dovranno inserirsi all’interno di una cultura organizzativa ben delineata. Lo smart working, ad esempio, può registrare aumenti di produttività e di performance soltanto se utilizzato correttamente: deve, infatti, agevolare gli individui dando loro la possibilità di lavorare in uno spazio all’interno del quale si sentano più motivati: non deve essere un espediente per programmare continue e lunghe riunioni, le quali, al contrario, devono essere una risorsa. In poche parole, lo smart working deve diventare uno strumento per amplificare l’autonomia sia delle singole persone sia dei team.
Ripensare all’utilizzo della tecnologia vuol dire anche rivedere gli spazi e la loro gestione: nella nuova organizzazione, l’ufficio non rappresenterà il luogo centrale dove svolgere il proprio lavoro. Se parliamo di aziende che stimolano la creatività, bisogna, di conseguenza, rivedere gli ambienti affinché gli individui possano trovare il proprio posto ideale per concentrarsi ed esprimere la propria creatività. Recarsi in ufficio, pertanto, non è l’unica soluzione; piuttosto deve rappresentare un valore aggiunto ai compiti che i dipendenti stanno svolgendo.
In sintesi, per un’organizzazione, le persone, gli spazi e la tecnologia rappresentano i pilastri fondamentali e i punti di partenza per riformarsi ed evolversi in relazione al cambiamento.