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Roma, 21 Aprile 2023 – Continua il viaggio di (In)Coscienza Digitale, approdato al  Villaggio per la Terra, tra la Terrazza del Pincio e il Galoppatoio di Villa Borghese, in occasione del World Creativity & Innovation Day e dell’Earthday23 organizzato da Impatta e Fondazione Italia Digitale. Insieme all’autore Michele Petrocelli hanno preso parte al dibattito, moderato da Francesco Nicodemo, Mario Nobile, Direttore Generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale e Costanza Andreini, Public Policy Manager di Meta

Redazione

PERCHÉ (IN)COSCIENZA DIGITALE? COSA SIGNIFICA E QUAL È LA RISPOSTA?  

“È un testo che riguarda tutti noi, la nostra vita, ci riguarda come genitori, lavoratori, formatori” – ha esordito Petrocelli spiegando i motivi che lo hanno portato alla redazione del libro.

“Il processo di digitalizzazione che stiamo vivendo impatta numerose sfere della nostra quotidianità e ci riguarda soprattutto in quanto persone chiamate a scegliere. Si tratta di un lavoro finalizzato a porre delle riflessioni sul momento storico che stiamo attraversando e a far crescere in ognuno di noi un senso di responsabilità e consapevolezza”.

IN COSA CONSISTE LA RIVOLUZIONE DIGITALE?

“Rivoluzione digitale significa trasformare il mondo in numeri: quando trasformo il mondo in numeri posso elaborare qualsiasi cosa, compresi i nostri comportamenti ed è proprio qui che subentra il primo problema: come si pone la democrazia liberale dinnanzi a tutto ciò?”, ha spiegato l’autore aggiungendo un ulteriore scenario da prendere in considerazione in questa analisi: quello del mercato del lavoro. Se le macchine possono fare il nostro lavoro anche nei processi decisionali, in quanto elaborano le informazioni meglio di noi, qual è lo spazio che ci rimane?

“È lo spazio di integrazione caratterizzato da quelle competenze che l’attuale sviluppo tecnologico non riesce a coprire”, ha riferito Petrocelli, “la dimensione umana correlata con la creatività, il pensiero laterale, le cosiddette soft skill che non occorre distinguere dalle hard skill, come spesso, invece, avviene. Si tratta di competenze che per esistere hanno bisogno di quella motivazione definita intrinseca caratterizzata da: autonomia nelle decisioni (che da sola non basta); conoscenza e consapevolezza. La nostra società invece all’interno delle organizzazioni, delle pubbliche amministrazioni, delle scuole, delle università replica compiti e attività caratterizzate fortemente dalla motivazione estrinseca e proprio qui che nasce la riflessione di (In)Coscienza Digitale e nasce come guida per far sì che tutti possano cercare di comprendere la trasformazione in atto. La responsabilità di ognuno di noi consta proprio nell’essere coscienti e indirizzare questa trasformazione, guidando la tecnologia verso i propri fini”.

COSA STA CAMBIANDO DAVVERO? LA TECNOLOGIA STA CAMBIANDO I NOSTRI COMPORTAMENTI

Secondo Mario Nobile, “il ragionamento di Michele attraverso questo lavoro è corretto e prosegue nella giusta direzione. L’innovazione è una forzatura delle regole, quindi, deve avere un’incoscienza motivata e consapevole. Inoltre, può comportare determinati impatti come quelli che stiamo vedendo ora con OpenAI, con l’intelligenza artificiale che non è qualcosa di più tecnologicamente evoluto rispetto a prima, ma è qualcosa che sta cambiando i comportamenti ed è maggiormente pervasivo. Come pubblica amministrazione il tema che va rilanciato, non solo per la PA ma per tutti i cittadini e le imprese è quello legato alle competenze. In che modo? Attraverso forme tradizionali, insegnando quelle tecnologie, quelle competenze, che conosciamo bene proprio per chi poi dovrà concepire ed erogare servizi al cittadino”.

COME SI CREA CONSAPEVOLEZZA? (IN)COSCIENZA DIGITALE COME CALL TO ACTION

“Un libro che già dal titolo si presenta in chiave assolutamente positiva” commenta Costanza Andreini “rappresenta una vera call to action dove la tecnologia è presente, l’innovazione ci accompagna ed è qualcosa che migliora la nostra vita. Accompagnare gli utenti e le persone nella comprensione di nuovi strumenti e dinamiche è sicuramente una tematica centrale e avere le giuste competenze significa comprendere le dinamiche presenti nel mondo online nonché avere la consapevolezza del passaggio dall’incoscienza alla coscienza attraverso l’apprendimento e la conoscenza. Per quanto concerne l’utilizzo delle piattaforme è fondamentale che, queste, si aprano agli utenti, al regolatore, a tutta la società per far capire qual è il valore positivo, qual è il valore aggiunto nel loro utilizzo”.

Nel corso dell’incontro si è parlato anche dell’impatto della digitalizzazione sulle democrazie liberali.

“La democrazia è sempre stato un paradigma vincente rispetto agli altri schemi” ha illustrato Petrocelli. “Una delle motivazioni che sicuramente sono state portate avanti nel corso degli anni e che nella democrazia si utilizzino maggiori informazioni, per citare un esempio: se partecipiamo maggiormente al contesto politico, avremmo maggiori soluzioni anche se non saranno le migliori. Viceversa, se si centralizza è possibile avere meno informazioni. A supporto di quanto stiamo dicendo, uno degli elementi da prendere in considerazione riguarda una ricerca di qualche tempo fa sul contagio emotivo. La democrazia ha risentito molto di questo approccio perché in uno stato democratico è possibile indirizzare l’emotività allora sarà possibile indirizzare il voto e anche la conoscenza.  E ancora, c’è un ulteriore elemento da considerare: in un mondo in cui riesco a centralizzare le informazioni e a fare grandi economie di scala e ho una capacità di leggerle come non mai e ho un’intelligenza artificiale in grado di collegarle anche quel vantaggio che avevo in termini di informazione potrei non averlo più”.

C’È UN MARGINE ANCORA SULLA DEMOCRAZIA?

Secondo l’autore la risposta è scritta nella dimensione in cui scopriamo e valorizziamo quella capacità di decidere, insita in noi. Decidere come utilizzare la tecnologia per noi stessi, riscoprire le nostre scelte, le nostre potenzialità.

“Per questo oggi la partita della democrazia è la partita della libertà. Libertà di ogni singolo individuo di pensare, ragionare, conoscere ed esporre la propria conoscenza. E a questa libertà si giunge solo accompagnando tutti nella comprensione di nuovi strumenti e nuove dinamiche, indispensabili per affrontare in maniera consapevole le trasformazioni in atto. Passando, dunque, dall’incoscienza alla coscienza digitale attraverso la formazione, l’apprendimento, lo sviluppo delle giuste competenze” ha concluso Petrocelli.

Dai un’occhiata a com’è andata:

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Foto dall’evento:

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