Ogni Pillo(w)la ha la sua “copertina”
In questa Pillo(w)la approfondiremo il ruolo che ricoprono le persone all’interno della Lego Organization. Per rappresentare il “vento del cambiamento” abbiamo inserito una nuova supereroina: VisionAria, il cui potere è quello di fornire all’organizzazione la visione strategica e anticipatoria del futuro; infatti, questo nuovo personaggio è in grado, da un lato, di leggere e comprendere i cambiamenti, dall’altro, di supportare il team affinché l’intera organizzazione reagisca al continuo evolversi dell’innovazione. Per questo motivo, abbiamo scelto di raffigurare VisionAria mentre proietta la sua visione anticipatoria sotto forma di un rebus e le persone, con il proprio bagaglio di competenze, intente a “unire i puntini” per risolvere l’Esercizio. Nella lavagna abbiamo disegnato tre simboli che rappresentano il futuro: l’idea, il fulmine e l’infinito. A supporto delle persone, ovviamente, c’è la tecnologia e, nello specifico, l’Intelligenza Artificiale, rappresentata dai nostri supereroi DataMan e GeneraDiva.
Quale ruolo avranno le persone all’interno della Lego Organization?
Abbiamo parlato della Lego Organization e dei pilastri che la compongono: in questa Pillo(w)la affronteremo il ruolo delle persone all’interno delle organizzazioni del futuro. Come già anticipato, bisogna prima di tutto pensare ad una visione umanocentrica: strutturare, quindi, le aziende in modo che al centro ci siano le persone, perché solamente in questo modo la tecnologia può rappresentare una fonte di innovazione e produttività.
All’interno di tale contesto, un ruolo fondamentale è ricoperto dai leader, i quali dovrebbero incentivare le persone a raggiungere un empowerment della mente e creare le condizioni affinché ciò avvenga. In altre parole, è necessario che i manager permettano alle persone di essere in grado, in un mondo che cambia continuamente ed evolve molto velocemente, di unire i puntini, di capire quali sono i pattern. È evidente che la programmazione e la pianificazione non saranno più punti degli elementi statici e che dovremo essere capaci di comprendere subito il cambiamento e reagire. Ecco, quindi, una competenza essenziale che i nuovi leader devono avere: saper costruire e immaginare il futuro che vogliono costruire e verso cui vogliono tendere. Ma questa non è sufficiente, è necessario che i manager siano anche in grado di gestire l’incertezza e l’instabilità: elemento imprescindibile in un mondo che si evolve continuamente.
Un altro fattore che bisogna senza dubbio considerare è il tempo: le persone dovrebbero, infatti, ritagliarsi dei momenti per formarsi, per pensare, per essere creative. In tal senso, è opportuno rivedere il ruolo delle riunioni e l’uso che i team ne fanno. A questo proposito, sarebbe opportuno introdurre una serie di regole fondamentali riguardo la loro gestione:
- se non strettamente necessaria, sarebbe meglio cancellare una riunione;
- non è necessario fissare una riunione, se si può mandare un’e-mail;
- allo stesso tempo, non bisognerebbe inviare un’e-mail se si può interagire in gruppo e utilizzare app per condividere documenti;
- sarebbe meglio non creare un gruppo Teams se si può interagire all’interno di una community;
- infine, se si è in grado di lavorare in autonomia, non dovrebbe essere necessario interagire in una community.
In altre parole, le riunioni dovrebbero essere utilizzate come estrema ratio: invece di sprecare tempo ad organizzarle, sarebbe più opportuno dedicare spazio allo sviluppo del pensiero laterale e alla formazione. È fondamentale, infatti, tenere sempre presente che quando si pianificano riunioni o inviano e-mail, si stanno in realtà utilizzando le risorse e il tempo dell’organizzazione: è auspicabile, quindi, un utilizzo consapevole di questi strumenti!
Come anticipato, la tecnologia può rappresentare un ottimo strumento a supporto delle persone, soltanto se utilizzata correttamente: ad esempio, lo smart working non dovrebbe essere motivo di continue riunioni, ma un’opportunità che permette agli individui di portare a termine i propri compiti, di concentrarsi ed essere produttivi, in quanto strumento in grado di amplificare l’autonomia.
Quando parliamo di persone e mondo del lavoro, non possiamo certamente non menzionare tre miti, che si sono insidiati da tempo nella nostra società, e che, proprio per tale ragione, andrebbero sfatati. Il primo riguarda le competenze. Come abbiamo analizzato nel modello di Pink, non esiste più una divisione tra soft e hard skills: queste infatti viaggiano insieme e, pertanto, sarebbe opportuno svilupparle parallelamente. Il secondo mito evidenzia che le competenze digitali sono necessarie solo per le professioni digitali: è sbagliato, poiché il linguaggio attuale è proprio quello digitale, utilizzato in ogni ambito e in ogni professione. Prima di poter usufruire della tecnologia è indispensabile sapere come maneggiarla. Infine, l’ultimo mito riguarda il tempo. Fino a poco tempo fa, si pensava che ci fosse un tempo per studiare e uno per lavorare; ora tale assunto è anacronistico, proprio in virtù della rapidità dell’evoluzione e di come avviene l’innovazione; questa estrema velocità comporta, di conseguenza, l’obsolescenza repentina delle competenze: per qualsiasi professione è richiesta una formazione e un aggiornamento continuo. In sintesi, affinché si possa costruire un’organizzazione orientata e incentrata sulle persone, è fondamentale trovare uno spazio per scoprire e studiare, per leggere e comprendere il futuro, per sviluppare la propria visione e partecipare, così, a quella dell’intera organizzazione.