Ogni Pillo(w)la ha la sua “copertina”
Nella Pillo(w)la 17 proviamo a tracciare il futuro del mondo del lavoro, delineando quali professioni andranno pian piano scomparendo perché sostituite dall’Intelligenza Artificiale. Per rendere al meglio questo concetto, abbiamo creato “la bilancia delle professioni”: sul piatto di sinistra troviamo alcune delle mansioni in crescita; a destra, invece, i lavori in declino. Nel mezzo c’è il Professor Radar, che guida e orienta le differenti professionalità verso la giusta direzione. Infine, nel lato della bilancia che pende verso sinistra, a supporto delle professioni in crescita, c’è l’IA rappresentata da DataMan e GeneraDiva
Quali saranno le professioni in crescita e in declino nei prossimi anni?
L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro sta generando una trasformazione e una serie di cambiamenti senza eguali. Nelle Pillo(w)le precedenti abbiamo già visto quali sono gli impatti dell’IA su questo settore, come le organizzazioni dovranno ridefinire le proprie strutture interne e in che modo la PA dovrà rispondere alle sfide proposte dalle nuove tecnologie. In questa Pillo(w)la andremo ancora più nel dettaglio: proveremo a disegnare il futuro del mondo del lavoro, esaminando quali saranno le professioni in crescita e quali, invece, andranno pian piano a scomparire.
Come abbiamo visto nella quinta Pillo(w)la, l’Intelligenza Artificiale Generativa ha un impatto decisamente diverso rispetto alle tecnologie del passato: non si tratta di una mera sostituzione di processi, ma della possibilità e capacità di sostituire alcune mansioni. È, quindi, necessario costruire la Gen-IA intorno alle persone e ai task. Per tale motivo, negli ultimi anni si è aperto un dibattito tra economisti ed esperti, che si può sintetizzare in due visioni opposte. Secondo i pessimisti andremo incontro ad una progressiva disoccupazione tecnologica. Per gli ottimisti, al contempo, nasceranno comunque delle nuove mansioni di competenza delle persone, anche se alcune verranno sostituite dalle macchine.
È innegabile che la tecnologia, e in particolare gli algoritmi, necessitano di un controllo da parte delle persone al fine di verificare che i dati siano utilizzati in modo corretto, non siano presenti bias e i risultati prodotti siano quelli realmente attesi. Inoltre, alcune competenze resteranno umane e non potranno essere in alcun modo sostituite dalle macchine: parliamo del pensiero laterale, della creatività, della conoscenza.
Un’analisi importante, per capire come evolverà il mondo del lavoro, è riportata nell’ultimo rapporto del World Economic Forum [1] secondo cui lo scenario che si prospetta non è così negativo. Entro il 2030, infatti, si prevede un ricambio occupazionale del 22% dei posti attuali: verranno creati circa 170 milioni di nuovi posti di lavoro, mentre 92 milioni verranno eliminati.
Non sorprende che le professioni in crescita riguardino prevalentemente settori in cui le competenze umane sono centrali. Parliamo, infatti, di lavori:
- tecnologici, come specialisti in big data, sviluppatori software, ingegneri fintech, esperti di IA e cybersecurity;
- legati all’ecologia (tecnici delle energie rinnovabili, ingegneri ambientali, specialisti in mobilità sostenibile);
- relazionali e di cura, ad esempio infermieri, assistenti sociali, docenti, educatori;
- manodopera essenziale (agricoltori, operai edili, autisti per consegne, addetti alla ristorazione).
Le professioni in declino, invece, riguardano soprattutto ruoli amministrativi e ripetitivi – come cassieri, segretari, impiegati contabili, operatori di data entry e sportellisti bancari – e tutte quelle professioni che possono essere facilmente automatizzate.
Un altro dato importante riguarda la collaborazione tra l’uomo e le macchine: se oggi il 47% dei compiti è svolto solo da esseri umani, nel 2030 questa percentuale diminuirà fino al 33%. Tuttavia, cresceranno le attività svolte in sinergia tra persone e tecnologie. L’obiettivo non sarà la sostituzione completa dell’essere umano, al contrario, l’Intelligenza Artificiale potrà aumentarne il potenziale delle persone.
Inoltre, l’effetto della rivoluzione tecnologica non sarà solo quello di automatizzare mansioni ripetitive o meccaniche, ma di trasformare attività intellettuali, creative e relazionali. Profili professionali che fino a ieri sembravano immuni – come medici, architetti, avvocati – saranno, di fatto, chiamati a integrarsi con questi strumenti, sfruttandone il potenziale per migliorare efficienza e precisione. In tal senso, il fenomeno del mismatch – la discrepanza tra le competenze disponibili nella forza lavoro e quelle richieste dalle aziende – è diventato centrale nel dibattito.
In questa Pillo(w)la abbiamo delineato lo scenario che si prospetterà nei prossimi anni relativamente al futuro delle professioni, in crescita e in declino. Per completare il puzzle degli impatti dell’Intelligenza Artificiale sul mondo del lavoro, ci resta ancora una domanda a cui rispondere. Quali saranno le competenze del futuro? Ne parliamo nella prossima Pillo(w)la…